Oriolo Romano – Capolavoro del seicento

E’  l’ultimo paese ai confini con la provincia di Roma, Oriolo Romano è un baluardo da cui si scopre con la vista buona parte della provincia di Viterbo e l’imponente comprensorio dei Monti Cimini.

Oriolo Romano è l’ultimo paesino in provincia sud ovest di Viterbo, da cui dista 38 km, prima di entrare in provincia di Roma. Si trova ad una altitudine di 420 mt sul livello del mare e conta circa 3.800 abitanti.
A differenza di molti comuni, arroccati su alti dirupi, Oriolo Romano è privo di  fortificazioni e possiede una semplice ma pianificata e caratteristica urbanistica.
Il piccolo borgo si estende davanti al Palazzo Altieri con tre strade parallele lungo le quali sorgono le case seicentesche.

Oriolo e la costellazione di Orione

Sembra che Giorgio Santacroce, il proprietario del Palazzo, avesse inverosimilmente pensato e voluto la soluzione urbanistica in corrispondenza di una precisa costellazione, quella di Orione.
Ma si tenta anche di attribuirne la paternità, insieme al Palazzo, a Jacopo Barozzi, il Vignola, anche se questo sembra poco probabile poiché il Vignola passò a miglior vita nel 1573.
Sicuramente l’urbanistica di oriolo venne progettata secondo i principi fondamentali del rinascimento e del manierismo, rispettando geometria, ordine, armonia e prospettiva.

Tuttavia esiste uno studio dell’architetto Patrizia Di Filippo, fatto sugli emblemi dei Santacroce, il cui nome è già un enigma, e sull’urbanistica di Oriolo. Unendo alcuni punti importanti del borgo di Oriolo si otterrebbe una corrispondenza con la costellazione di Orione… in effetti il mistero si infittisce.
Un legame sembrerebbe esserci anche tra il nome della costellazione ed il nome del borgo coniato al momento della fondazione, Orione/Oriolo.

Un po’ di storia

Anticamente esisteva un insediamento ed il territorio era attraversato dalla via Clodia, una strada romana di notevole importanza per il commercio e gli scambi.
Il vero centro urbano, però, fu edificato quasi totalmente tra la fine del ‘500 e la metà del ‘600 su ordine di Giorgio di  Santacroce.

Il progetto di Santacroce, che aveva ricevuto il feudo in donazione dagli Orsini, fu quello sviluppare l’agricoltura nelle campagne romane.
Quindi istituì una colonia agricola e fece intervenire molte famiglie provenienti prevalentemente da Umbria e Toscana ed iniziò così la rinascita per tutto il territorio.

Su un’epigrafe venne inciso: Giorgio Santacroce quinto signore di Viano, figlio di Onofrio, disboscò la selva di Manziana, e condottovi i coloni nell’anno 1562, rese frequentata la strada Claudia, dotò di mura il castello di Oriolo, edificò la chiesa di San Giorgio (1570), edificò questo palazzo

Tuttavia, dopo un periodo glorioso i Santacroce volsero ad una triste episodio che li portò alla loro estinzione. 
Dopo la morte Giorgio Santacroce, infatti, iniziarono i dissapori familiari tra i figli, Onofrio e Paolo, e la vedova Costanza. Paolo, spinto dal fratello, uccise la madre per impadronirsi del patrimonio di famiglia dopodiché si diede fuggiasco.

Onofrio, invece, venne catturato, processato a morte e giustiziato con la decapitazione Castel Sant’Angelo, in Roma,  il 31 gennaio 1604.
Il feudo di Oriolo ed il lussuoso palazzo dei Santacroce tornò agli Orsini fino al 1671 e successivamente agli Altieri fino al 1970 quando venne in possesso dello Stato italiano. 

Oriolo Romano oggi

Ancora oggi Oriolo conserva il suo originario tessuto urbano, il  borgo  è costruito lungo tre strade parallele che convergono  tutte nella grande piazza dominata dal Palazzo Santacroce Altieri. 

Lungo le ampie strade si notano bei palazzi sfuggiti a violenti  interventi di recupero, le scale esterne originali sono consumate, i portali presentano dimensioni, materiali e stili architettonici diversi, ma tutti in sintonia.

Le antiche porte delle case e delle cantine sembrano quelle originali, alcune scolorite, altre vivamente verniciate e gli anziani che vi abitano sembrano incontaminati dal progresso. 

La via Claudia taglia il paese costeggiando sulla sinistra il primo insediamento e sulla destra  il secondo, più recente, con vie parallele molto più lunghe.

I boschi circostanti ospitano una antica faggeta, insolita a queste altitudini (450 mt. slm) poiché il faggio cresce oltre 700 mt. di quota.

Cosa vedere ad Oriolo Romano

Palazzo Altieri, l’imponente edificio, costruito nel  XVI sec., mostra una semplice e lineare facciata più volte modificata ed ampliata dai Santacroce e dai successivi proprietari. 
Gli interni riccamente affrescati risentono dell’influenza manierista degli artisti più illustri del periodo ai quali vengono attribuiti i migliori affreschi. Federico Zuccari, Raffaellino da Reggio e al Bertoja, gli stessi che  in quel periodo affrescarono le stanze del Palazzo Farnese di Caprarola.
All’interno del palazzo Altieri, nella Galleria dei Papi,  è conservata una ricca collezione di ritratti di ben 268 papi. 

Attigua è la bella fontana cinquecentesca attribuita alla sua scuola di Jacopo Barozzi da Vignola.

Chiesa di S. Giorgio, eretta nel XVI sec., fu successivamente rimaneggiata in forme barocche. L’interno è molto ampio e conserva interessanti opere, come un fonte battesimale del ‘500 e, sull’altare maggiore, una grande tela raffigurante S. Giorgio che uccide il drago. 

Visite guidate ad Oriolo Romano

Guide Viterbo, guide turistiche ufficiali per Viterbo e la Tuscia
Visite guidate per gruppi di ogni età e lingua, scuole, individuali
Tel 0761 647044, 327 3984629
www.guideviterbo.com

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